I Papilloma virus umani sono virus a doppia elica di DNA che hanno come bersaglio principale la cute e le mucose anogenitali e orofaringee.
Sono virus molto comuni nella popolazione umana mondiale.
Degli oltre 150 tipi, identificati numericamente, 14 sono definiti ad alto rischio e collegati all’insorgenza di tumori in vari distretti corporei : cervice uterina, vulva, vagina, ano, pene, testa-collo (orofaringe, tonsille, cavità orale).
La principale via di trasmissione è rappresentata da quella sessuale, tanto che fino all’80% delle donne sessualmente attive si stima vengano in contatto con il virus almeno una volta nella loro vita, e di queste circa il 50% con un genotipo ad alto rischio.
Altre vie di trasmissione sono rappresentate dal contatto diretto cute-cute/cute-mucosa e dalla trasmissione verticale madre-feto.
Le infezioni sono generalmente asintomatiche e si risolvono spontaneamente per attivazione del sistema immunitario dell’ospite in circa il 60-90% dei casi a 1-2 anni dal contagio.
Esistono diversi tipi di HPV, indicati in base alla virulenza in:
BASSO RISCHIO (LR: Low Risk- HPV 6,11) responsabili di lesioni benigne quali i condilomi genitali.
ALTO RISCHIO (HR: High Risk – HPV 16,18,31,33,35,39,45,51,52,56,58,59,66,68) perché in grado di indurre cambiamenti cellulari tali da determinare lesioni precancerose e cancerose dei distretti colpiti.
I dati
In Europa, ogni anno, sono stimati circa 50.000 nuovi casi di tumore HPV -correlati di cui più di 34.000 casi/anno interessano la cervice femminile;
nel maschio si registrano circa 15.500 nuovi casi/anno di tumori dell’ano, del pene e del distretto testa-collo (cavità orale, orofaringe, tonsille), quest’ultimo con incidenza quattro volte superiore rispetto alle donne ed in notevole aumento negli ultimi anni.
L’HPV è anche probabilmente coinvolto nell’infertilità maschile per lesione diretta degli spermatozoi.
A livello mondiale il carcinoma della cervice uterina rappresenta il secondo tumore più frequente nelle donne.
La storia naturale dell’infezione è fortemente condizionata dall’equilibrio che si instaura tra agente infettante e ospite e sono possibili regressioni spontanee delle lesioni tra il 60-90% entro 1-2 anni dal contagio.
Nelle donne la frequenza delle infezioni è massima dall’inizio dell’attività sessuale fino ai 25 anni per poi diminuire ;
il picco delle lesioni preneoplastiche è invece intorno ai 30 anni.
La persistenza dell’infezione di ceppi HPV oncogeni è condizione necessaria per la progressione verso tumore, con picco verso i 40 anni.
HPV dall’INFEZIONE al TUMORE
La grande maggioranza delle infezioni scompare spontaneamente ad 1 anno nel 50% dei casi e a 2 anni nell’80%. senza nessuna terapia e senza lasciare sequele.
Condizioni necessarie per l’evoluzione dell’infezione in tumore sono l’assenza di diagnosi, la persistenza di un HPV oncogeno ad alto rischio per lunghi periodi, e che ad esso si affianchi la contemporanea presenza di altri fattori scatenanti la patologia in assenza di controlli nel tempo.
Riscontrare una positività per l’infezione (presenza del virus HPV) NON significa malattia.
Nella storia naturale dell’HPV la progressione è l’evenienza più rara con tempi stimati di 4-7 anni per passare da una lesione lieve (displasia) ad un CIS (carcinoma in situ) e fino a 10 anni per arrivare ad un Carcinoma invasivo.
La diagnosi precoce, e la vaccinazione, restano quindi le armi fondamentali per arginare l’impatto di questa infezione ubiquitaria nella popolazione generale.